Capire le performance delle campagne advertising su Facebook, piuttosto che AdWords o Criteo, permette di evitare inutili sprechi di denaro e, soprattutto, indirizzare correttamente gli investimenti solamente nelle campagne che rendono in termini di vendite e conversioni.
La revenue analysis è basata sopratutto sulle informazioni generate dai modelli di attribuzione delle conversioni e dal rapporto generato tra conversioni finali ed assisted conversion. Non viene quindi valutata la singola campagna in termini di “conversioni generate dall’ultimo click” ma anche in termini di “quanto ha influito tale campagna durante il percorso di conversione“?
Facciamo un esempio:
L’utente A sta ricercando un paio di scarpe “Adidas SuperStar II” ma non conosce il nome preciso del modello e quindi genera una ricerca in Google per le parole chiave “Scarpa Adidas punta bianca tomaia nera”. Tra i risultati a pagamento compare l’annuncio “Adidas Superstar II”, mentre tra quelli naturali il sito non si posiziona; l’utente decide di cliccare sul link a pagamento e naviga il sito alla ricerca di maggiori informazioni su queste scarpe. Nei giorni seguenti, però, decide di valutare il prezzo delle scarpe in diversi comparatori e, successivamente, clicca in un link “Adidas SuperStar II” presente in Facebook. Successivamente, a qualche giorno di distanza, decide di effettuare l’acquisto dopo aver cliccato un link presente nella newsletter Adidas a cui si era iscritto.
A questo punto le domande sono: a chi attribuisco la vendita? ha senso investire nelle campagne AdWords di Google se l’utente poi ha acquistato tramite mail?
Risposte: se ci basiamo sul vecchio metodo “last cookie win”, la conversione va attribuita solamente alla newsletter ma, se utilizziamo i modelli di attribuzione e le conversioni assistite possiamo affermare che senza la campagna AdWords l’utente non si sarebbe iscritto alla newsletter e non avrebbe mai acquistato.
L’attribuzione delle conversioni, dirette o assistite, è un elemento fondamentale per decidere come muovere gli asset online: troppo spesso si corre il rischio di eliminare determinate campagne senza le quali l’utente non sarebbe mai entrato nel sito e non si sarebbe trasformato in acquirente.
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